La Mezzanotte santa

 

* Si assiste oggi ad una progressiva incrinatura della tradizione liturgica classica della notte di Natale. Infatti, nel tempo che intercorre tra l’ora del vespro e la mezzanotte del 24 dicembre, si diffondono sempre più due orientamenti: – si celebra la ‘messa della notte’ in ore precedenti alla mezzanotte (ore 20. 00- 21.00- 22.00-23.00); – si celebrano nella stessa parrocchia più messe nella serata e nella prima parte della notte natalizia. In tal modo, la Messa celebrata a mezzanotte, dove ancora rimane, subisce una considerevole riduzione nel numero dei partecipanti. Questo si fa normalmente in nome di un’attenzione alle richieste della gente, ma che non tiene in debito conto i connotati della celebrazione del Mistero nell’alveo della tradizione storico-liturgico-teologica della Chiesa, che lo interpreta. È infatti la Chiesa che delinea le modalità celebrative della solennità natalizia e che le ha trasmesse nella sua secolare tradizione, modellandole su precise basi teologiche e bibliche. Ci si deve inanzittutto rendere conto che queste scelte porteranno nel tempo ad almeno quattro conseguenze, che in questa riflessione si cercherà di chiarire: – la perdita del valore biblico-simbolico della mezzanotte, che consente una omelia mistagogica al Mistero in linea con la tradizione patristica e secolare della Chiesa; – la restrizione della notte di Natale al solo momento puntuale della Messa, invece della più ampia estensione in una veglia orante, che santifica la notte santa; – l’abbandono del criterio della ‘coralità’, ossia che tutto il popolo partecipa alla celebrazione unica e non ripetuta della Messa della notte, criterio che sta alla base dei maggiori riti liturgici della Chiesa; – l’ esposizione della notte santa al ritorno di usi e costumi solo umani o pagani, che prenderanno il posto lasciato vuoto dai riti della Chiesa.

* Si profila così la possibilità che la Messa della notte di Natale si riduca, per così dire, ad una ‘messa prefestiva’, come ogni sabato o vigilia, lasciando lo spazio nella notte santa non alla preghiera, ma alle espressioni di una festa profana. Non più notte di contemplazione del Mistero, ma notte di folclore e di tradizioni umane. Non più ‘veglia per il Signore’, ma veglia per l’uomo. Il mondo commerciale e consumistico avrà maggior agio nel riempire diversamente il tempo che prima veniva santificato dalla Chiesa e dai riti con cui si attuava il mistero. Con facilità si potrebbe passare da notte di mistero a notte di sterile sentimentalismo. Così, anche l’antica tradizione del Natale lascerebbe il posto ad altro, vanificando i secolari sforzi della Chiesa per cristianizzare le antiche feste pagane. Se anche la notte di Natale dovesse venir abbandonata, allora oggi dovremmo assistere tristemente al totale obnubilamento della veglia sacra, che santifica la notte. E così a Dio viene tolta anche ogni espressione di offerta del tempo notturno, mentre con grande abbondanza viene reso disponibile per l’uomo e il suo divertimento. Ci si trova allora davanti a fenomeni come: lo svuotamento della Domenica ridotta per molti al sabato sera; la scomparsa delle forme pubbliche della penitenza e del digiuno; infine, la perdita della veglia notturna. Digiuno e veglia invece furono sempre ‘ingredienti’ costitutivi della celebrazione eucaristica domenicale. Il popolo di Dio fin’ora celebra ancora la notte di Natale, ma anche questa oggi potrebbe essere perduta in nome di criteri insufficienti.

* Viene dimenticato un principio fondamentale ‘elevare il popolo alla liturgia’ e portato alle estreme conseguenze in modo unilaterale l’altro principio ‘portare la liturgia al popolo’, inteso a tal punto da piegare indiscriminatamente la liturgia alla comodità del clero e del popolo da abbassarne la qualità, esponendosi al rischio di perderne il Mistero e la Grazia. I due principi, invece, sono indissolubili, e si devono comporre nel dovuto equilibrio. Infatti, una liturgia che avesse perduto il suo contenuto oggettivo, diventerebbe la celebrazione soggettiva del gruppo, qui e ora radunato. Ma tale celebrazione sarebbe esclusivamente umana e non interpreterebbe altro che le esigenze di chi la celebra, e per questo sarebbe priva della forza soprannaturale del Mistero di Cristo, non più in essa presente e operante, e perciò non comunicato. Il Cristo sarebbe sostituito con la fragilità e l’inconsistenza salvifica del ‘noi’. * È oggi urgente una formazione storica, teologica e liturgica riguardo alla Messa natalizia di mezzanotte. Non è possibile impostare una pastorale illuminata senza una previa conoscenza di ciò su cui si deve deliberare. Il rischio è alto, con l’impreparazione si priva il popolo di Dio di grandi valori e di efficaci mezzi di evangelizzazione e di santificazione che la Chiesa ha sempre custodito con cura e fedeltà. È l’amore a Cristo e al suo mistero, e al contempo l’amore e il rispetto per il popolo di Dio, che impone, soprattutto ai pastori, di essere competenti per condurre la comunità cristiana nelle vie di Dio, evitando scelte soggettive, anche se rette nell’intenzione, che tuttavia si sostituiscono alla Chiesa e alla sua secolare tradizione. Questo, non di rado, avviene perché vi è un insufficiente approccio al patrimonio dogmatico, storico, liturgico e pastorale della Chiesa.

* Forse la maggior difficoltà per celebrare la Messa a mezzanotte di Natale è dovuta in modo prevalente all’attuale prassi liturgica dell’anticipazione giuridica del precetto festivo all’ora serale dei primi vespri del sabato o della vigilia. Il fatto che la celebrazione eucaristica, impropriamente detta ‘prefestiva’, già dia la possibilità piena di santificare la domenica e le feste di precetto, ha portato a non comprendere perché non si possa celebrare la Messa di mezzanotte nelle ore successive ai primi vespri, scegliendo l’ora che più risponde localmente alle esigenze delle varie categorie di persone. La scelta appare particolarmente opportuna qualora si intendessero coinvolgere i bambini e gli anziani e la messa fosse inserita in un contesto più ampio di celebrazioni, pii esercizi o manifestazioni di altra natura. L’esperienze della notevole affluenza del popolo nella messa del sabato sera incoraggia tale orientamento. Invece quando giuridicamente il precetto si assolveva a partire dalla mezzanotte l’osservanza di quest’ora era di necessità. Con la nuova disposizione, invece, l’ora di mezzanotte si potrà salvare solo se vi è la volontà di mantenere la ricchezza del simbolo che tale ora comporta. Richiede quindi una preparazione e una maturità maggiore rispetto alla situazione precedente. Senza una formazione teologico-storico-liturgica e una volontà determinata a fare una pastorale di qualità, la mezzanotte, come l’ora competente della celebrazione, sia natalizia che pasquale, potrà facilmente essere abbandonata. (da “Natale: la mezzanotte santa” a cura dell’Ufficio Liturgico diocesano di Trento, 2005, pp. 1-9).

A cura della Redazione

 

 

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