Nella chiesa: la liturgia della Parola
La navata. Nella navata della chiesa insieme ai fedeli, forse in un settore a parte, stavano pure i catecumeni, che partecipavano alla prima pare della celebrazione eucaristica, la liturgia della Parola.
Tale liturgia associava catecumeni e fedeli alle grandi catechesi impartite dalla Chiesa nel corso dell’Anno liturgico.
Poi, tuttavia, i catecumeni venivano congedati per permettere ai soli fedeli l’accesso ai divini misteri.
L’ingresso alla chiesa quindi veniva consentito già all’inizio del catecumenato (cfr. rito di ingresso nel catecumenato), pur limitando la loro permanenza soltanto alla prima parte della Messa che non a caso fu a lungo denominata «liturgia dei catecumeni» o parte catecumenale della Messa rispetto alla successiva parte sacrificale o «liturgia dei fedeli».
Nel battesimo dei bambini qualora il battistero fosse separato dalla chiesa e alquanto capiente (come in antico), oppure se l’atrio della chiesa è vasto, ben disposto e riparato, nulla vieta che oltre ai riti iniziali, lì si svolga anche la liturgia della Parola., in modo da varcare la porta della chiesa quando il battesimo è già stato celebrato.
- La breve liturgia della parola intende idealmente raccogliere quel laborioso itinerario catechistico che i catecumeni adulti devono assolvere in un tempo prolungato (cfr. i tre anni classici dell’antichità).
Tre brani evangelici propongono tre aspetti fondamentali del mistero del battesimo: la profezia del battesimo: il discorso notturno di Cristo con Nicodemo (Gv 3, 1-6); l’istituzione del battesimo: il battesimo del Signore al Giordano (Mc 1, 9-11); la promulgazione del battesimo: il mandato missionario prima dell’ascensione del Signore (Mt 28, 18-20).
- L’ unzione con l’olio dei catecumeni o olio dell’esorcismo (a conclusione della preghiera dei fedeli) vuole riassumere in un breve esorcismo i numerosi esorcismi disseminati nell’intero catecumenato.
L’unzione fatta sul petto del bambino richiama quella estesa unzione dell’intero corpo che in antico configurava il catecumeno come un combattente di Dio contro il demonio (Chiesa militante).
- La litania dei Santi segna tutte le grandi preci sacramentali della Chiesa e chiama in causa l’intercessione della Chiesa celeste per la fruttuosità del sacramento impartito sulla terra. Tutti i grandi momenti ecclesiali vi è il ricorso alla litania e il battesimo è momento fondante dell’esistenza cristiana.
Il canto della litania dei Santi dovrebbe accompagnare la processione dei ministri e dei battezzandi o anche dell’intera assemblea liturgica (se lo spazio lo consente) verso il battistero. E’ quindi un canto processionale che ha il suo modello e il suo riferimento nella processione al fonte della Veglia pasquale.
La litania è costituita di tre parti: l’invocazione ai Santi – l’invocazione a Cristo nei suoi misteri – le intercessioni universali.
Il canto della litania dei Santi fa corpo con la prece sacramentale: tutta la Chiesa, celeste e terrestre si prostra in un intensa invocazione orante (cfr. l’orantes negli Atti degli Apostoli), dopo di ché il sacerdote si alza per pronunziare la solenne benedizione dell’acqua (e così per tutte le grandi preci sacramentali, in specie nelle Ordinazioni sacerdotali).
Nel battistero: i «riti battesimali»
Il battistero. Il battistero è l’ambiente liturgico primario nella celebrazione del battesimo. Esso è posto presso l’ingresso della chiesa in diverse soluzioni: nel sagrato in modo staccato dall’edificio della chiesa; nell’atrio della chiesa o contiguo ad esso; addossato alla parete di fondo o in una delle prime cappelle della chiesa stessa.
Questa localizzazione classica e costante nell’architettura ecclesiastica è simbolicamente importante per esprimere come il battesimo sia il sacramento dell’ingresso nella Chiesa, la porta di accesso ad ogni altro sacramento.
La forma simbolica sia dell’edificio del battistero, come del fonte battesimale esprime grandi significati spirituali e teologici: l’esagono ricorda quel sesto giorno in cui fu creato l’uomo e in cui morì il nostro Redentore che col suo mistero pasquale ci ha rigenerati alla vita nuova della grazia; l’ottagono annunzia il giorno senza tramonto dell’eternità in cui in mysterio entra il battezzato; il cerchio rimanda alla perfezione della vita divina in rapporto alla sfera celeste.
Al battistero si discende, come all’altare si ascende: questa è una regola liturgia sempre attuata nella Chiesa.
La discesa dei catecumeni e la risalita dei neofiti è immagine viva della partecipazione mistica al mistero della morte e risurrezione del Signore.
I tre gradini discendenti e poi ascendenti (cfr. in antico) ricordano che immersione battesimale si compie nel nome della Santissima trinità, ecc.
E’ evidente che la recente riduzione indebita del rito battesimale, celebrato in presbiterio e attingendo ad un bacile mobile, snatura totalmente il simbolismo battesimale dei secoli e impoverisce pesantemente lo sguardo e l’intelligenza dei fedeli che vi partecipano.
- La Prece sacramentale per la benedizione dell’acqua, che ricordando la profezia del battesimo nell’Antico Testamento e la sua realizzazione nella vita del Signore ne invoca (epiclesi) la sua attuazione sacramentale qui ed ora nel battesimo (si pensi all’immersione del cero nel fonte nella veglia pasquale e l’immersione della croce nell’epifania orientale).
- La promesse battesimali, che in antico erano rivestite di grande drammaticità: volgendosi ad occidente verso il tramonto il catecumeno rinunciava al demonio e alle sue pompe, poi volgendosi ad oriente verso levante professava la sua fede in Cristo, sole di Risurrezione.
- La ‘forma’ del battesimo è data dal Signore stesso nel mandato missionario del giorno dell’Ascensione (Mt 28, 18-20). La triplice infusione (occidentale) o triplice immersione (orientale) nell’acqua costituisce, con la ‘forma’ (le parole del Signore), il sacramento nella sua essenza.
- I riti esplicativi descrivono (esplicano) simbolicamente il mistero già avvenuto nell’abluzione battesimale. Tali segni attestano la dignità e il compito dei battezzati e restano un grato ricordo nella vita del neofita.
Essi sono:
– l’unzione col sacro olio del Crisma che indica consacrazione sotto tre aspetti biblici: sacerdotale, profetica e regale. Tale è infatti il cristiano: sacerdote per unirsi al Sacrificio di Cristo celebrato in modo incruento sull’altare ed offrire tutto se stesso come vittima santa a gradita al Padre; profeta in quanto testimone della fede e delle verità eterne che illuminano il cammino: re perché con la grazia di Dio domina se stesso e gestisce ogni cosa secondo il piano e la volontà di Dio (cfr. formula liturgica).
– la veste bianca indica vita nuova, quella della grazia santificante che ha trasformato l’uomo vecchi del peccato nell’uomo nuovo in Cristo nuovo Adamo (cfr. formula liturgica).
– il cero acceso ricorda il bel monito evangelico: «Voi siete la luce del mondo» (cfr. formula liturgica).
– il rito dell’ «Effeta», che rimanda al noto miracolo di Cristo (Mc 7, 34): da rito catecumenale del sabato santo è nel novus ordo un rito augurale che conclude i riti esplicativi.
Presso l’altare: la consegna del «Pater»
All’altare. Celebrato il battesimo il sacerdote conduce i neofiti e l’intera assemblea liturgica in processione gioiosa verso l’altare.
Infatti nell’Iniziazione cristiana degli adulti a questo punto nella notte di Pasqua si celebra l’Eucaristia, ed essi per la prima volta ne potevano prender parte unendosi al Sacrificio e accostandosi al Ss. Sacramento.
E’ qui che udiamo dai Padri della Chiesa il versetto del salmo: Introibo ad altare Dei. Ad Deum qui laetificat iunentiutem meam (Sal. 42).
In verità rinnovati con la giovinezza dell’aquila, mediante la grazia battesimale, i neofiti potevano accostarsi all’altare di Dio per esultare nella giovinezza della vita nuova dei figli di Dio.
La consegna del Pater dall’altare. Tutti si fermano all’ingresso del presbiterio e il sacerdote sale all’altare e introduce il Pater, consegnandolo idealmente ai neofiti la preghiera dei figli di Dio e anticipando in qualche modo quel Sacrificio divino e quel sacro Convivio al quale i neobattezzati dovranno accedere col subentro dell’uso di ragione.
Il Pater è il dono gratuito che il Signore concede a tutti i figli adottivi di Dio, rigenerati nell’acqua del Battesimo.
Nel rito del Battesimo dei bambini la Chiesa anticipa simbolicamente i due sacramenti che sono strettamente connessi nel complesso dell’Iniziazione: con l’unzione del santo Crisma si allude al dono dello Spirito che sarà conferito sacramentalmente nella Cresima; con la recita del Pater ai piedi dell’altare si allude al dono del Corpo e Sangue eucaristici del Signore, che i bambini riceveranno a tempo opportuno. In tal modo anche nel Battesimo dei bambini l’Iniziazione cristiana conserva, almeno idealmente, la sua completezza e unità.
Benedizione e affidamento a Maria
Infine il rito si conclude con la benedizione dei genitori ed eventualmente con l’atto di venerazione e affidamento alla Madre di Dio.
Infatti, come Maria Ss. ha generato il Figlio naturale dell’eterno Padre, così Ella ha uno speciale ruolo nella rigenerazione sacramentale dei figli adottivi di Dio. La Maternità di Maria è immagine perfetta ed eloquente della maternità della Chiesa e il ricorso a Lei nel battesimo è un intuito della fede del popolo cristiano (sensus fidei).