III Il «rito» dell’Unzione degli infermi
Il rito ordinario
Come ogni rito liturgico il rito dell’Unzione degli infermi si sviluppa in quattro parti: – i riti iniziali – la liturgia della parola – la liturgia sacramentale – i riti di congedo.
- I riti iniziali:
- saluto liturgico: Pace a questa casa e a quanti vi abitano;
- aspersione con l’acqua benedetta;
- monizione sul testo della lettera di san Giacomo apostolo (5,14-15);
- atto penitenziale o Confessione sacramentale dell’infermo;
- La liturgia della Parola: si legge un testo evangelico in riferimento alle guarigioni operate dal Signore (es. Mt 8, 5-10. 13: il servo del centurione), oppure, se vi é l’opportunità si può sviluppare una liturgia della parola completa come nella Messa e tenere una breve omelia.
- La liturgia del Sacramento:
- la preghiera litanica;
- l’imposizione delle mani sul capo dell’infermo fatta in silenzio, anche da più sacerdoti;
– la prece di rendimento di grazie sull’olio degli infermi già benedetto dal Vescovo (oppure la benedizione del medesimo se non é stato già benedetto);
– l’unzione sulla fronte e sulle mani dell’infermo con la formula sacramentale:
Per questa santa unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo. Amen.
E, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi. Amen.
– l’orazione conclusiva.
- Riti di congedo: – il Padre nostro;
– la Benedizione.
- Il rito continuo: i tre ultimi Sacramenti
Il Concilio Vaticano II nella Costituzione Sacrosanctum Concilium prevede un rito continuato che unisca i tre sacramenti che opportunamente confortano l’agonia e predispongono ad una santa morte cristiana: la Penitenza, l’Unzione e il Viatico.
Oltre i riti distinti dell’Unzione degli infermi e del Viatico, si componga anche un rito continuato, nel quale l’Unzione sia conferita al malato dopo la Confessione e prima del Viatico (SC 74).
L’ordine dei tre sacramenti richiama quello dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana: l’acqua del battesimo che ci ha rigenerati, l’olio della cresima che ci ha confermati, l’Eucaristia che ci ha alimentati in Cristo. In modo analogo il cristiano conclude la sua vita terrena: le lacrime dell’ultima Penitenza, l’olio dell’estrema Unzione e il Viatico eucaristico nel viaggio verso l’eternità.
Si ricordi anche l’analogia con la Cresima: l’Unzione degli infermi porta alla sua ultima consumazione quel combattimento spirituale a cui la Confermazione aveva iniziato il cristiano con l’unzione crismale.
Quindi non a caso si danno in extremis e col medesimo ordine dei tre sacramenti dell’Iniziazione i tre sacramenti della conclusione: battesimo/confessione; cresima/unzione degli infermi; eucaristia/viatico.
E’ importante ricordare due importanti apporti relativi al Sacramento della Penitenza e al Viatico:
- che, dopo il sacramento della Penitenza, nel contesto dei tre sacramenti amministrati ormai in extremis, il sacerdote impartisca l’Indulgenza plenaria in articulo mortis;
- che nel rito del Viatico, se le condizioni dell’infermo lo permettono, si pronunzi la Professione di fede del Battesimo.
- La celebrazione comunitaria
La Chiesa acconsente ad una celebrazione comune del sacramento dell’Unzione:
Can. 1002 – La celebrazione comune dell’unzione degli infermi, per più infermi simultaneamente, i quali siano adeguatamente preparati e ben disposti, può essere compiuta secondo le disposizioni del Vescovo diocesano.
In tal caso il Sacramento si può inserisce anche nella celebrazione della Messa, dopo l’omelia, come avviene normalmente per gli altri sacramenti o sacramentali.
La celebrazione comunitaria é utile – per far conoscere al popolo di Dio innanzitutto l’esistenza di questo sacramento, – per educare i fedeli a richiederlo nel tempo opportuno con serenità e spirito di fede e infine – per unire l’intera comunità cristiana in una comune supplica a Dio per la fruttuosità stessa del Sacramento in coloro che lo ricevono.
La celebrazione comunitaria deve tuttavia evitare gli abusi che insidiano la natura di questo sacramento, come: – l’estensione indebita e superficiale del sacramento ai fedeli non idonei alla sua recezione, quando addirittura a tutti presenti che vi si accostano liberamente; – l’accesso al sacramento senza previa preparazione e soprattutto senza la Confessione sacramentale; – la rarefazione della celebrazione ordinaria del sacramento nelle case degli infermi quando é richiesto nel caso di vera necessità.
IV La « Raccomandazione dell’anima o dei moribondi »
Nello stesso modo che il sacramento delle Penitenza ha un’importante perfezionamento nelle Indulgenze, il sacramento dell’Unzione degli infermi – quando é celebrato come estrema Unzione – ha un importante complemento nelle preghiere della «Raccomandazione dell’anima (vetus ordo) o dei moribondi (novus ordo)».
In realtà il Signore agisce in modi molteplici e diversi, mediante il ministero della sua Chiesa, nella vita dei sofferenti. Infatti, la sua divina presenza pervade tutte quelle preghiere e quelle opere di carità che lo Spirito suscita nella Chiesa e nell’iniziativa dei fedeli: si pensi ai vari Sacramentali e alle opere di misericordia. Ovunque opera un cristiano, che vive in stato di grazia, lì il Signore é presente per assistere, curare, confortare e sostenere ogni sofferenza. In tal senso il sacramento dell’Unzione deve essere considerato nel più vasto contesto della cura pastorale degli ammalati che la Chiesa esercita in diversi modi e circostanze. Per questo il rituale vigente unisce, anche nel titolo, il Sacramento dell’Unzione e la cura pastorale degli infermi. La visita regolare ed accurata agli infermi costituisce il tessuto ordinario nel quale si inserisce la celebrazione degna e fruttuosa del sacramento dell’Unzione. In essa il cristiano viene adeguatamente predisposto in modo che il significato dell’Unzione sacramentale e la sua stessa fruttuosità spirituale ne ricevono garanzia ed incremento. Il Rituale, quindi, non contiene unicamente il rito della sacra Unzione e i due sacramenti intimamente connessi (Penitenza e Viatico), ma anche indicazioni rituali varie in ordine alla cura spirituale degli ammalati nell’intero arco del suo sviluppo: dall’inizio della malattia, quando comincia ad essere opportuna la «Visita all’ammalato», fino alla sua ultima consumazione, quando si procede lodevolmente alla «Raccomandazione dell’anima o dei moribondi ».
Il rito della «Raccomandazione dei moribondi» offre nel Rituale un materiale alquanto abbondante con questo ordine:
- Formule brevi (Giaculatorie);
- Testi scritturistici con i relativi salmi, soprattutto il racconto della Passione del Signore;
- Le litanie dei Santi;
- Le orazioni tipiche della raccomandazione dell’anima, che esordiscono col Proficiscere anima christiana de hoc mundo (Parti anima cristiana da questo mondo);
- Il responsorio Subvenite, sancti Dei (Venite, santi di Dio), dopo l’esalazione dell’ultimo respiro.