Questa Veglia natalizia offre una concreta proposta celebrativa in ordine a ciò che affermano le Premesse generali alla Liturgia delle Ore, al n. 71:
“Sul modello della Veglia pasquale, si introdusse nelle diverse Chiese la consuetudine di iniziare con una veglia altre solennità: tra queste primeggiano il Natale del Signore e la Pentecoste. E’ un uso che merita di essere conservato e promosso…”.
Alla luce poi di ciò che si afferma nelle medesime Premesse, al n. 215:
“Nella notte del Natale del Signore conviene che prima della Messa si celebri la Veglia solenne con l’Ufficio delle letture”.
la Veglia si ispira allo schema dell’Ufficio di lettura di Natale, accogliendone gli elementi liturgici propri, ma, al contempo, arricchendoli con riti e contenuti ancor più specifici in ordine al grande Mistero. In tal modo la Veglia assume un carattere spiccato di popolarità e dispiega un ventaglio più esteso di testi, di preghiere e di simboli per una maggiore incisività mistagogica e spirituale.
E’ costituita da tre parti:
- La liturgia della luce nel contesto dell’Invitatorio.
- La liturgia della parola, intrecciata alla salmodia.
- La celebrazione eucaristica di mezzanotte
La pausa, che sospende brevemente il ritmo celebrativo tra l’Ufficio e la Messa, consente di attendere la mezzanotte, come l’Ora competente per proclamare l’Annunzio della nascita del Signore, cantare l’Inno angelico e proseguire con la celebrazione solenne del Sacrificio eucaristico in nocte.